Grandi vini di piccole cantine | Il Barolo Serralunga di Ferdinando Principiano, per esempio

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Un libro vale per le suggestioni che offre, per lo stile che adotta e le scelte che lo distinguono. Grandi vini di piccole cantine è il racconto di 400 etichette italiane fatto da Federico Graziani (storico sommelier del bistellato Il luogo di Aimo e Nadia a Milano) e Marco Pozzali, con le foto di Francesco Orini. Lo sto sfogliando da giorni e ne apprezzo vari spunti, su tutti il talento di non segnalare solo le etichette di punta ma anche produzioni magari marginali eppur molto significative. Rimanendo in Piemonte, accanto alle toccanti schede monografiche su “Maria Teresa Mascarello: il Barolo, riflesso del padre”e “Giuseppe Rinaldi e le sue mani: espressione vera di Barolo”, ci sono nel testo suggerimenti interessanti e fuori dalle strade più battute. Segnalerò in questa sede – qui e in seguito – quelli che convergono con le scelte di Doyouwine, in cui l’attenzione per lo slogan del libro non manca.

Ferdinando Principiano è un produttore di Monforte d’Alba col pallino della viticoltura naturale: non usa alcun prodotto chimico di sintesi in vigna, nessun coadiuvante di fermentazione, e limita al massimo l’utilizzo di anidride solforosa in cantina. I suoi vini sono generalmente potenti e molto puliti, anche pescando tra Dolcetto, Barbera e Nebbiolo. Fino all’ultimo ho tentennato sui Barolo. Boscareto e Ravera sono i top di gamma, premiatissimi dalle guide di settore e longevi. Provengono da terreni e cru differenti (a Serralunga il primo, da ripidissimi 0,7 ha a Monforte il Ravera) e io generalmente preferisco il secondo, più sciolto e godibile nonostante materia importante e corredo tannico rilevante, laddove il Boscareto – almeno fino all’annata 2006 – ha uno spessore in bocca davvero travolgente e sovrumano, per palati vogliosi di emozioni forti (interessante scoprire le nuove annate ma questa è un’altra storia). Abbiamo così optato quasi alla cieca per il Barolo Boscareto 2007, prodotto con le vigne giovani dei 4 ha nel cru Boscareto. Mai scelta fu più azzeccata: assaggiato alla cieca mi è piaciutissima, non ha la profondità dei campioni di categoria ma è sfumato, ha ritmo e grande bevibilità. Figlio di un’annata calda è già ottimo e gradevolissimo a tavola.

Tutto torna. Quando su Grandi vini di piccole cantine scopro la descrizione del Barolo Serralunga mi compiaccio e la ripropongo con piacere. Non sarà neanche l’unica, c’è del bello da scoprire.

“Una sera di gennaio al Tabarro, enoteca e posto di ristoro dalle fatiche quotidiane a Parma, abbiamo bevuto alcuni Barolo di Ferdinando Principiano. Ci piace enormemente il suo respiro profondo, la sua anima che ricerca l’essenza del suo territorio, l’anima del vino che dice ciò che l’uomo fa e pensa. Tra i suoi Barolo abbiamo prediletto il Serralunga, pur amando anche il Ravera. Serralunga, forse per un’immediatezza sottile e raffinata, certo più pronto e grande del voluminoso Ravera. Tant’è. Il naso, di frutta piccola e mai in evidenza, trova un contrappunto nelle note di terra, foglie, sottobosco, rami e colline. Al palato è croccante, dal tannino marcato seppure di grande armonia e piacevolezza nel bersi. La sua immediatezza proviene da vigne giovani ed esuberanti. Si potrebbe affermare che il Ravera sia più profondo, certo, ma abbiamo bisogno anche di questa solare interpretazione.
Vino di tradizione, legato a doppio filo alla sua terra di origine, da bere con formaggi di media stagionatura e battuta di fassone al coltello.” 

[Foto: Michelangelo Tagliente]

One Response to “Grandi vini di piccole cantine | Il Barolo Serralunga di Ferdinando Principiano, per esempio”

  1. Nadir Sitta

    mi limito a lasciare un commento sul commento alla citazione sul barolo serralunga. ritengo che una descrizione moderna di un vino debba necessariamente essere compresa ai più; ed infatti in futuro tutte queste filosofie saranno prive di essere. da assaggiatore quale sono (senza compromessi) mi spieghereste cosa sta a significare ” più pronto e grande del voluminoso” (3 aggettivi che nulla hanno a che fare con il vino, “note di terra, foglie, sottobosco, rami e colline” (quale terra, quali foglie, quale sottobosco e soprattutto che profumo hanno le colline?); “Al palato è croccante” (il vino o il pane?); “La sua immediatezza proviene da vigne giovani ed esuberanti” (come sono le vigne esubernati?); “da bere con formaggi di media stagionatura e battuta di fassone al coltello.”( e chi non ha la battuta di fassone al coltello può berlo?). Grazie per la splendida filosofia ma non ho capito se vale i 40-50 euro che vorrei spendere.

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