Ho suggerito ad una amica, tra le altre bottiglie, la Barbera del Monferrato 2010 Umberta di Fabrizio Iuli. Per scrupolo le ho anche chiesto di commentarmela per vedere se ci avevo preso. Avevo espressamente detto che non doveva essere qualcosa di poetico ma evidentemente qualche parte del suggerimento è andata persa. Ecco cosa ne è uscito.
“Fruttuoso”, sobrio, elegante come un pezzo di Paolo Conte. Come una borsa di Yves Saint Laurent. Come i luoghi in cui nasce. Come il carattere bastone della sua etichetta, di una grafia dallo stile quasi fanciullesco, dalla personalità giovane e promettente, originaria e semplice, cui si accompagna bene anche la nota fresca e in divenire che si fa dirompente fin dal primo sorso. Se stai attenta, l’Umberta scoppietta, scalpita. Se non le stai troppo addosso, te ne bevi una bottiglia in meno di mezzo giro d’orologio… Con gli amici devi correre ad agguantarne un sorso, altrimenti finisce e non te ne accorgi nemmeno, mentre giri il risotto. Se penso al boccone perfetto per sorseggiarla, è un cucchiaio anche piccolo di uovo, purè e tartufo bianco.
Questa “amica” é da mettere subito sotto contratto per il Blog di DYW! Complimenti!!!
P.s: Barbere buone così in giro ce ne sono davvero poche… Bravi!
In effetti, pensandoci bene e vedendo i vini che si è ricapata sotto stretta sorveglianza, direi che potrebbe anche prodigarsi un poco. Poi se passa in zona le prepariamo una bella “visita”: tipo l’Allegro Chirurgo, ahahah.
Questo è un esempio di come si possa scrivere un pezzo coinvolgente anche con poche righe, brava!
e poi Iuli sono quelli della vite rovinata dalla grandine giusto?
Ovviamente mi hai fatto venire voglia di provarla (la barbera intendo) ma io non faccio testo sono troppo goloso e assetato.
Comunque nel prossimo ordine ce la metto