Pajorè 2008 Rizzi MAGNUM. Per soli 2 giorni, prezzo folgorante

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“La quintessenza del Barbaresco classico: fragranza, eleganza e complessità. Limpido nell’espressione dei profumi classici della tipologia, fiori e bergamotto, preciso all’attacco di bocca, puro, snello e slanciato al gusto, con finale cristallino.” 18,5/20

Così ne scrisse la guida Vini d’Italia 2012 dell’Espresso, riconoscendo alla cantina Rizzi due stelle su tre, privilegio per pochissimi in Italia.

Arshura 2011. Il rosso da Tre Bicchieri della “roccia” Valter Mattoni

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Arshura 2011 è il primo Tre Bicchieri ottenuto dall’azienda Valter Mattoni. Riconoscimento spesso discutibile ma in questo caso meritatissimo, coronamento di un percorso produttivo avvincente che in questo vino ha toccato la sua vetta.
“Arshura ’11 è il capolavoro che stavamo aspettando: Montepulciano sin nel midollo, ne replica i tratti migliori nella sua veste scura, nei profumi di visciola seguiti dal sorso generoso, di viscerale energia e possente intensità fruttata” (Vini d’Italia 2014, Gambero Rosso)

Tauma 2013, Giuliano Pettinella. Il rosato più esclusivo d’Italia è tornato

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Il Tauma è tornato e con la seconda uscita ufficiale il rosato di Giuliano Pettinella può davvero riconfermarsi come una bottiglia eccezionale. Questo montepulciano in purezza vinificato all’abruzzese è uno dei Cerasuolo de facto (formalmente è un vino da tavola) più originali e apprezzati dell’ultimo anno. Questo v.d.t. del 2013 è persino più buono del 2012: meno calore, più freschezza, tantissimo equilibrio. Il vino né bianco né rosso in Italia sta iniziando a spopolare perché versatile e in alcuni casi – pochi, pochissimi – regala sorprese celestiali.

Verdicchio Classico 2013 e Rincrocca 2012 di Riccardo Baldi (La Staffa). Sarà trionfo

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Cari amici,

il golden boy del Verdicchio è tornato e quest’anno saranno sganassoni per tutti.

Riccardo Baldi ha 24 anni e una azienda sulle spalle, La Staffa. Siamo a Staffolo, dove il Verdicchio dei Castelli di Jesi dimostra di essere uno dei bianchi italiani più prestigiosi. Quest’anno Riccardo presenta due vini che ci hanno davvero stupito!

Carema 2011, Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema

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Proprio un bel nebbiolo nordico. Granato trasparente, mattonato, quel colore che in Langa arriva molto dopo. Saranno i metalli del terreno? Chissà, ma anche il colore parla.

Naso: classico, ferroso, humus, amarena sotto spirito e un finale gradevole di mentuccia e cannella che fanno cucù.

Bocca: grintoso e fresco, compatto, più vibrante d’acidità che tannico come si conviene.

Coi Carema 2010 Roberto Ferrando ha pescato 2 jolly. Ma l’Etichetta Bianca è sensazionale

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Cari amici,

io di Roberto Ferrando non ho mai sentito 2 Carema della stessa annata così in formissima! Giuro. Li ho stappati uno accanto all’altro a tavola sabato sera ed è stato uno scontro titanico tra due vini che magnificano l’Alto Piemonte deinebbiolo di montagna. Testa a testa quasi crudele da cui sono uscito senza un preferito e la cosa mi spiazza.

Tanti vini in uno: Il Taso (2009 e 2010) di Villa Bellini è una favola

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Un recinto di pietra custodisce i segreti di Cecilia Trucchi, quel Brolo che è villa settecentesca, giardino e vigneto con tante anime: cipressi secolari, una torre, una grotta con sorgente d’acqua e un laghetto nascosto.

Villa Bellini è il sogno di una vita. Di Cecilia e della sua storia mi piace questa immagine cristallizzata da Mauro Fermariello (Winestories): “Ha l’aria di una che ha passato l’infanzia a inseguire ranocchie negli stagni e fare a sassate coi maschi. Stare in vigna deve essere per lei la continuazione di quei giochi. E poi mi piace la sua ricerca esasperata di un vino unico…

Trebbiano 2011 e Cerasuolo d’Abruzzo 2012 Valentini: leggenda italiana, prezzo pazzesco

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Cari amici,

la cantina Valentini è un mito, un riferimento assoluto del vino italiano. Siamo in Abruzzo e qui nascono i Trebbiano, Montepulciano e Cerasuolo d’Abruzzo più longevi, significativi e inimitabili d’Italia. Ho letto e sognato questi vini a lungo prima di conoscerli e scoprirli a fondo. Timone fermo e idee solide sono il marchio distintivo della stirpe Valentini: prima Edoardo, oggi Francesco Paolo e sua moglie Elena, domani probabilmente il figlio Gabriele.

L’Akronte di Boccadigabbia negli anni ’90. Tre mostri c’erano, e pure grossi

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Quando negli anni ’90 l’Akronte era un grande vino di Civitanova Marche, celebrato in tutta Italia e oltre, io non c’ero, e se c’ero facevo altro. Di tempo ce n’è voluto ma, alla fine, ho riparato l’assenza alla grande ripercorrendo quegli anni e quei vini con una “dégustation verticale demondée”: il 26 aprile ci siamo immersi nella più interessante retrospettiva ever sull’Akronte di Boccadigabbia. Un cabernet sauvignon in purezza che passa 18-24 mesi in barrique suona così tremendamente demodée che il titolare dell’azienda, Elvidio (detto Elvio) Alessandri, uomo di grande humour e simpatico spirito polemico, non c’ha pensato due volte a preparare una tovaglietta ad hoc.

Note di degustazione: Carema 2009 Riserva, Cantina Produttori Nebbiolo di Carema

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Granato trasparente con bordo mattone.

Il naso è molto tipico: viola, glicine e rosa, cipria, fragole disidratate, liquirizia, intensità misurata e focalizzazione perfetta.

In bocca il vino ha una texture raffinata, leggiadria e sapore. Di medio peso, è slanciato e armonico, disegnato alla perfezione con un tannino perfettamente risolto e integrato nella materia.

L’ottimo Camporenzo 2011 di Monte Dall’Ora e una premessa sulle fiere del vino

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Ci sono sempre più fiere del vino, spesso centrate su piccoli produttori naturali o artigianali, e il bello è che sembrano avere tutte molto successo. Di pubblico certamente, di vendite non saprei, visto che in molti casi non si può comprare.

Certo è che il tam tam social può aiutare parecchio certi produttori, ed è comprensibile che molti operatori avvezzi alla promozione mainstream non se ne rendano conto.