Verticale in 8 annate di Barberesco Rabajà Riserva Cortese (e un mostruoso 2008)

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In occasione di Nebbiolo Prima, annuale presentazione delle nuove annate di Barolo Barbaresco e Roero (più Riserve), sono andato volentierissimo dai nostri amici Cortese a Barbaresco per una seria verticale del loro Barbaresco Riserva: 40 mesi di legno grande e 3 anni in bottiglia per le versioni post 1996, mentre in precedenza bastavano 4 anni complessivi prima dell’uscita. L’ultima annata attualmente in commercio è la Ris. 2006 sebbene i più che lusinghieri punteggi guadagnati sul campo dal 2008 (95+ per il “Vinous” Antonio Galloni sul Wine Advocate, quando ancora lavorava per Robert Parker) abbiano alzato bestialmente le aspettative per una release non ancora commercializzata: nel 2009 e nel 2010 (estate non troppo calda, maturazione molto lunga e non eccitante al 100%) non ci sarà Riserva. Qualche nota sui vini in assaggio poi le conclusioni.

 

2008 giusta trasparenza, integrità, più petalo che frutta, scorza di arancio, vino di grande ingresso e personalità, grandissimo, ha tanto allungo, tannino setoso e rinfrescante, acidità fortemente integrati nella materia. Mi sembra un vero campione, di incredibile potenza e tipicità. Ha già compiutezza e armonia, incredibile. Da tenere a lungo. +++++

2006 ha un filo di fiore passito e fungo disidratato in apertura che poi si apre su un bouquet ancora fragrante, comunque naso espressivo e più chiuso all’inizio, meno struttura del 2008, petalo secco ed erbe aromatiche, anche frutto rosso disidratato, un buon allungo senza eccedere in estrazione, più agile in bocca con grip che si sente. Già inizia ad essere godibile ma senza fretta. Meno impressionante del 2008 ma è una ottima versione. ++++

2004 terziario più significativo ma nei ranghi, la bocca mi sembra ancora indietro rispetto al 2006, il vino ha molta energia sebbene il naso sia un filo meno pimpante. ++++-

2001 profilo terziario classico, tartufo grande ingresso, tannino molto risolto nella materia, adesso la bocca è pronta, grande compiutezza grintosa, non accondiscende ma molto serio come sviluppo gustativo. Magari si arriccia un filo nel finale, ma è un dettaglio di materia. +++/+

1999 in apertura c’è sempre un respiro terziario che fa da filo conduttore, pulito e accettabilissimo, non disturba, la bocca ha grande equilibrio e profondità con ottimo retrolfatto. Adesso si gode moltissimo e ha davvero molta energia, nel bicchiere prende sempre più vitalità l’olfatto ed è un segno molto positivo ++++-

1996 aranciato, c’è un po’ di fondo, non so quanto possa intaccare l’olfatto, riserva molto classica, ha rigore e un filo di rigidità che forse non andrà mai via, classico dell’annata. +++ 

Le ultime due bottiglie hanno fatto 20 mesi in legno.

1989 erotic wine per uno dei partecipanti, ha l’evoluzione di cui c’è bisogno e in bocca è risolto, all’apice, tartufo bianco, ha i segni del tempo come rughe d’espressione, godibile, i rimandi sono terziarizzati come da attese. Non il più lungo ma c’è.

1985 mattonato, terziario pieno, arancio disidratato, caramellato, va sul tè, sta passando l’equilibrio armonico ed è in parabola discendente, non si avverte più un’acidità ravvivante. Interrogativo sulla tenuta del tappo, le deviazioni secondarie sono sempre dietro l’angolo.

Fin dal primo assaggio consapevole ho trovato sempre più sintonia con i Barbaresco annata di Cortese, preferendoli alle Riserve. Generalmente trovo nei “base” quel pizzico di fragranza e freschezza olfattiva in più che accompagnano uno sviluppo gustativo sempre molto classico, preciso ed austero. Il Rabajà è un cru in cui la matrice argillosa con vene tufacee segna potentemente la silhouette di vini che, lavorati tradizionalmente, raramente deludono le aspettative. Nelle Riserve, di contro, non ho mai fatto troppo pace con un sottilissimo filo di evoluzione olfattiva che, pur non inficiando minimamente la riconoscibilità, consegna sempre grandi nebbiolo da Barbaresco che meno titillano la mia fantasia.

La Riserva 2008 è però una esaltante quadratura del cerchio perché ad un corpo solido e rombante accompagna un naso ancora fragrantissimo e ammaliante, in questo molto più fratello di certi “base” che delle restanti Riserve. Seppur già parecchio stuzzicato dalla Riserva 2006, ho deciso che aspetterò con pazienza che la 2008 entri in commercio perché, ne sono certo, farà carne da macello di un buon 99% dei restanti vini della denominazione. Intanto, cari amici, potete sgargarozzarvi in assoluta libertà tutti i Barbaresco che trovate in enoteca: 2009, 2008 (ultime 3 bottiglie rimaste!), 2006 ( the champion! Ne parlammo già qui). E per i curiosoni ci sono anche 1995 (in esclusiva per noi!) e 1985 (una sola bottiglia).

Bravi Pier Carlo, Tiziana, Giuseppe e Gabriele!

NB: Cortese è tra i pochi in Langa ad avere in listino anche vecchie annate, cosa buona e giusta per valorizzare al meglio una tipologia di vino che non teme la sosta in bottiglia.

 

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