Lo strano caso del Monvigliero 2013 da 100/100 di G. B. Burlotto. A che prezzo?

Questo è un caso di bottega da analizzare per comprendere meglio le dinamiche di mercato. Siamo a Verduno e Fabio Alessandria è uno dei "manici" barolisti più apprezzati del momento. Non da oggi, a dire il vero, si parla dei suoi vini ovunque: low profile Verduno style, fuori dai comuni più celebrati, Fabio sforna costantemente vini pazzeschi, che hanno nella linea dei Barolo le vette riconosciute.

Da sempre fan sfegatato del suo Acclivi, ho sempre provato grande interesse per il Monvigliero (sia per la vigna sia per la vinificazione particolare a cui vengono sottoposte le uve, pigiate a piedi e per un paio di mesi a contatto coi raspi) e messo in secondo piano Cannubi. 

Nel tranquillo scorrere degli eventi, però (e con una produzione che, via via negli ultimi cinque anni, è diventata disponibile solo su prenotazione e solo essendo già clienti), a inizio 2017 succede un fatto. Vinous, per mano del suo fondatore Antonio Galloni, assegna al Monvigliero 2013 un punteggio mirabolante, "perfetto", i tanto ricercati 100/100. In casa Burlotto iniziano quindi ad arrivare senza soste telefonate e mail dai quattro angoli del pianeta per avere qualche bottiglia di questo vino e, come immaginate, una simil sproporzone tra domanda (altissima) e offerta (scarsissima) ha ripercussioni sul prezzo finale.

Non sul prezzo praticato dall'azienda bensì sul prezzo a cui enoteche e canali secondari possono rivendere la bottiglia. Da cui il dilemma, vista e considerata la disponibilità lillipuziana: a che prezzo vendere questo Monvigliero 2013?

Nei prossimi giorni scioglieremo la riserva. Forse. C'è solo una certezza: non sarà proprio basso.