Sgarzon 2013, Foradori. La sorprendente potenza gustativa di uno dei rossi più carismatici d'Italia

Ricordo alla perfezione quando visitai la cantina di Elisabetta Foradori. Incontro di toccante profondità e spessore, lungo e largo. 
Oggi Elisabetta produce due cru di teroldego vinificati in anfore di argilla - Morei e Sgarzon: non solo vini al vertice del territorio ma "due tra i rossi più carismatici della penisola". All'assaggio mi è piaciuto particolarment lo Sgarzon 2013, preferito proprio giusto di un'incollatura al Morei. 

Ne è stato scritto: "SGARZON 2013: di notevole temperamento, esprime un intenso tratto sanguigno, con sentori di sottobosco e un vivido frutto selvatico; al palato si muove con grande energia e tonicità, con allungo di notevole forza motrice e sorprendente persistenza gustativa18,5/20 Vino dell'Eccellenza" (I vini d'Italia 2016, L'Espresso).

Viene via con 27,80 euro e le vale in pieno ma già con 3 bottiglie il prezzo scende a 25,90 euro.

 

Prima di approcciarlo, però, leggete il racconto sotto. S'intitola: "Elisabetta Foradori, adottami".

 

Caro figlio, un giorno tutto questo sarà tuo. Nonno Vittorio non avrebbe immaginato che avremmo fatto tanta strada, neanche io. La saggezza dei nativi americani mi conforta nei momenti difficili: non ereditiamo il mondo dai nostri padri, lo prendiamo in prestito dai nostri figli. Il teroldego moderno è vostro fratello, l’ho curato come un figlio sperando di vederlo un giorno in mano a voi. Oggi posso essere fiera di queste vigne, ricche di biodiversità, di vita. Ho studiato a San Michele all’Adige per imparare, per sapere, ma il vero passo avanti l’ho fatto dimenticando qualche formula matematica confortante per affidarmi all’istinto, alla sensazione. Ho imparato a non temere le puzzette di percorso di quest’uva delicata e a non sentirmi mai arrivata. Ho imparato a vivere l’azienda come un ecosistema in cui tutto è importante, dai prati agli scarti della potatura.

Affidare la fermentazione all’aria che respiro è più faticoso che versare polveri precotte nel mosto, ma è anche tanto più eccitante. In questi anni ho capito cosa intende chi dice che non farebbe fecondare la propria moglie da un estraneo. Più che la scienza, mi convince il buon senso. Non ho prove provate che sia meglio così e non andrò dai miei colleghi a sbandierare fotografie molecolari e cristallografia sensibile (si apre un pdf esplicativo al riguardo, ndr). Ogni cosa a suo tempo.

Niente paga come assaggiare spesso e sperimentare legni francesi, italiani, austriaci, rovere, acacia, cemento, anfore. Il vino, questo mio vino, è cultura del luogo e anche una storia antica che viene dal Caucaso. Quando a una cena tra amici metterete a tavola la nosiola Fontanasanta, annusando odori pungenti e aromatici, pensa a quanto sacrificio e quanta bellezza portano con sé. Pensa al tuo bisnonno, alla tua mamma, sii orgoglioso di dove sei nato e della tua storia. E ricorda: tutto questo non sarà più tuo, è solo un prestito dai tuoi figli.

Con affetto, la mamma

 

Ovviamente la lettera è solo un artificio per raccontare la storia di una donna così importante per il vino trentino ed italiano. Non conoscerne i vini, specialmente quelli attuali, sarebbe un vero peccato.

 

 

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