Quanto si può godere bevendo il Boca 2010 Barbaglia? Che bottiglia eccellente

Rosa che rosa non sei

Lasciata riposare per qualche mese nonostante una forma a dir poco smagliante, abbiamo rimesso in tavola una bottiglia del Boca 2010 di Silvia e Sergio Barbaglia. Ebbene, è stata semplicemente un successo unanime anche in una tavolata di appassionati esigenti. E' ormai un dato di fatto che da qualche anno in Alto Piemonte stia aumentando il numero di produttori capaci di prestazioni di livello notevole: con questo vino siamo persino oltre, probabilmente una delle vette dell'enologia rossista piemontese

Vino di tocco e classe, di sfumatura e dettaglio, di fraseggio aromatico sussurrato e carezzevolezza emblematica. Non è una rosa ma profuma anche di rosa sebbene il timbro sia ampio e nemmeno centrato sul registro floreale. Ci sono erbe di campo, spezie e frutta delicata, tutti elementi capaci di attirare l'attenzione con dettaglio e tessuto da campioni.

Se a questo poi si aggiunge una longevità media sicuramente alta, beh, cosa desiderare di più?

Nota a margine: il bellissimo riconoscimento qui sotto.

"Da una parte Sergio Barbaglia, enologo rigoroso; dall'altra sua figlia Silvia, che all'enologia di precisione aggiunge una scintilla espressiva, e il terroir su tutto. Le due strade s'incrociano per conferire al Boca, un rosso di austero classicismo, il definitivo salto di qualità.

Un Boca d'irradiante purezza, che si pone tra i più alti conseguimenti nella storia recente del vino nordpiemontese.

BOCA 2010, 19/20: si sviluppa lentamente ma in modo spettacolare all'olfatto, aprendosi in intense e pure note di spezie, menta, erbe alpine; in bocca è ampio e slanciato, estrattivo senza alcuna pesantezza, anzi dinamico, vibrante, pieno di succo nell'irradiante finale". (Vini d'Italia 2015, L'Espresso) 

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