Può un Sangiovese romagnolo sedersi al tavolo dei grandi? Lo chiediamo al GS 2012 di Gabriele Succi

Quella di Gabriele Succi è una grande scommessa, sulla Romagna, sul sangiovese e sul futuro di un'azienda che, per smarcarsi da un comprensorio da decenni più votato alla quantità, sta sfornando ormai da qualche anno e a ripetizione grandi bottiglie che attirano l'attenzione di appassionati, esperti e addetti ai lavori. 

Se al Monte Brullo qui abbiamo sempre preferito golosità e polpa di Assiolo, sangiovese in purezza goloso e immediato, rotondo eppur scolpito (nella versione 2013 da 13,5% davvero ma davvero un vino di grandissimo interesse), è con l'etichetta GS che l'azienda Costa Archi punta in alto, con ambizione a mano molto sicura.

Alla prima già eccellente uscita col millesimo 2011, è con GS 2012 che Gabriele Succi entra di diritto nel novero dei grandi produttori italiani di vino tout court. Molto vino è passato sotto ai ponti dagli inizi coi primi imbottigliamenti, nel 2004. Se Andrea Gori su Intravino scriveva "Non sono vini per tutti, l’alcol elevatissimo (quasi da Amarone) terrà lontani molti potenziali consumatori, ma hanno quella forza primigenia che solo i purosangue posseggono", e se proprio questo era un freno verso il vero amore di chi privilegia finezza e leggiadria, adesso siamo un passo avanti.

Assiolo 2013 e GS 2012 sono due assi nella manica!