10 vini a cui potremmo tatuare Doyouwine sulla retroetichetta

Nella rincorsa a chi ha l'enoteca online più grossa e i prezzi più bassi c'è stato un momento in cui abbiamo pensato di interpretare al meglio la nostra vocazione di bottega online ad alto tasso di reperibilità e affidabilità. Nessun roboante -60% né assortimento con migliaia di etichette anzi il contrario: selezione stringata, stringatissima, "la più piccola enoteca online" per certi versi ma imballata di cose buone, buonissime o celestiali, da 7 euro a più infinito e pescate con buona completezza e perenne work in progress, con tempi di reazione pazzeschi tra quando vediamo un vino da tenere e quando lo abbiamo in scaffale.

Anzi, per l'occasione e per ricordarci la missione del bottegaio ecco una decina di etichette che rispecchiano in pieno lo spirito che anima Doyouwine: non necessariamente le più buone ma 10 bottiglie che proprio ci piacciono da morire e che consiglieremmo sempre, comunque e dovunque!

Vediamo un po'...

1) Prosecco "col fondo", Ca' dei Zago
IL nostro Prosecco di riferimento, l'ombra per tutte le ore e le stagioni. Un giovane enologo che prende la strada giusta, il "San Francesco" di Valdobbiadene come lo chiamano in zona, l'esploratore: vino perfetto, di puntualità esecutiva e crescita esponenziale ogni anno. Sempre mai sopra gli 11% e sempre mai sotto le 480 bottiglie annuali.

2) Fontana dei Boschi Lambrusco Emilia, Vittorio Graziano
Difficilissimo da reperire e non parliamo dell'aspetto burocratico... ma per il grasparossa di Vittorio Graziano andremmo a Castelvetro in ginocchio sui ceci per ogni nuova release. Etichetta del cuore vera, inossidabile.

3) Marta Valpiani Rosso 2014 Romagna Sangiovese
Prendi una giovane produttrice gagliarda, determinata, ex astemia e in una zona non propriamente famosa per la produzione di grandi vini. Ebbene, di questo Romagna Sangiovese 2014 hanno scritto meraviglie ovunque perché è squisito, un Pian del Ciampolo in salsa romagnola: mette tutti d'accordo e non serve essere geni per capire il motivo. Lo abbiamo preso con tappo a vite e in Nomacorc, insomma in tutti i modi possibili. Il nuovo corso produttivo di Elisa Mazzavillani può solo riservare grandissime sorprese. E bravo anche a Gabriele Succi (aka Costa Archi) che sta facendo tantissimo per sdoganare il vino romagnolo. 

4) Sudtiroler Vernatsch 2015, Baron Widmann
Oggi come oggi i gran bei vini si scoprono anche casualmente su Internet - per la precisione su Facebook - ad esempio spiando costantemente la pagina di Fabio Rizzari. Schiava che non conoscevo, di cui Fabio ha scritto non meno che entusiasticamente. 5 giorni netti tra il primo ordine al buio e la ricezione della merce: efficienza altoatesina per una cantina praticamente assente online (per fortuna nostra). Schiava purissima e deliziosa, presa più e più volte e sempre terminata di gran carriera.

5) Tauma Vino Rosato, Giuliano Pettinella
Vino che con l'amico Maurizio Silvestri abbiamo visto nascere, entrare in bottiglia, prendere un nome, avere una etichetta e poi uscire sul mercato. Sempre in dosi omeopatiche, fino a quando i nuovi appezzamenti, una volta in produzione, renderanno l'amico Giuliano Pettinella sempre meno avvocato e sempre più produttore a tempo pieno. Un Cerasuolo d'Abruzzo a tutti gli effetti tranne per la burocrazia, montepulciano in rosa puro, fu addirittura Vino rosato del punteggio più alto in tutta Italia per la guida Espresso. Ormai lo vogliono tutti ma quest'anno ci avviciniamo all'assegnazione coi gomiti ben alti.

6) Bolgheri Superiore 2013, Podere Ritorti
Un Bolgheri delizioso, bordolese toscano, dal tessuto infinitamente godurioso e fine, saporito e infiltrante. Appaga il gusto e racconta la storia di Stefano Granata, ingegnere elettronico che ha scoperto la sua vera vocazione strada facendo. Chiocciola Slow Wine e il lavoro all'insegna di una viticoltura consapevole che ci consegnano bottiglie davvero significative e non vedo l'ora di conoscere questo ingegnere convertito sulla via dell'alcol.

7) Rebula 2010 Vipavska Dolina, Guerila
Più che il vino in sé questa è la storia di un nostro cliente storico, Luka Bresciani, passato dall'altra parte della barricata per mettersi ad importare in Italia vini perlopiù sloveni. Tra i tanti, questa Rebula 2010 ha avuto un grandissimo successo di pubblico e critica e abbiamo appena ordinato gli ultimi cartoni in dotazione a Wine & Beers perché, nel frattempo, il produttore ha cambiato importatore. Poco male e forza Luka!

8) Barolo Riserva 2010 San Bernardo, Palladino
In zona Barolo è stato scoperto tutto o quasi ma le sorprese non mancano e Maurilio Palladino se n'è stato per tanti, tanti anni a produrre bei vini in piazza Maria Cappellano sù a Serralunga. E' poi con l'ingresso in azienda di Veronica e suo marito Alessandro "shake your hands and kiss babies" Olocco che il nome Palladino inizia a girare prepotentemente tra appassionati e cultori. Questa Riserva San Bernardo 2010 segna uno stacco con tutto il resto all'insegna di una purezza disarmante. Vino splendido e già godibile pur essendo una Ris. 2010. Non lo trovate granché in giro, ovviamente.

9) Barbaresco 2014 Rabajà, Giuseppe Cortese
Sono finito in azienda da Cortese per la prima volta nel 2011 grazie ad Armando Castagno e da quel giorno non mi sono più fermato. Pier Carlo Cortese è, oggi, indiscutibilmente una delle mani più raffinate e significative di tutto il Barbaresco docg. Non lo trovate granché per fiere o in giro a fare serate (marketing e pr sono il secondo abito di Gabriele, marito di Tiziana che è la sorella di Pier Carlo), lui sta in cantina al Rabajà e di lì non si muove. Ormai venduto solo su assegnazione, terminato prima di uscire. 

10) Montepulciano d'Abruzzo 2012, Valentini
Da una delle aziende più celebrate di tutta l'Italia del vino, un vino che esce quando vogliono loro - cioè una volta ogni morte di Papa - e che sistematicamente divide le folle tra amanti entusiasti e critici serrati. Dettagli. I Valentini di Loreto Aprutino - prima Edoardo, oggi suo figlio Francesco Paolo (vigna e cantina), la moglie Elena (amministrazione, assegnazioni) e il figlio Gabriele (un po' pubbliche relazioni, un po' vigna, un po' cantina) - settano l'asticella dell'Abruzzo vitivinicolo su livelli pazzeschi con soli tre vini, cioè Trebbiano, Cerasuolo e Montepulciano, e un olio EVO eccellente. Grandissimi, e w il Centro Italia.

Sono 10 ma avrebbero potuto essere molti, molti di più. Al prossimo giro.