Ca' dei Zago
"E' come sorseggiare un grand cru di Borgogna traslato nel mondo del Prosecco. Ci troviamo di fronte ad un vino pieno, ricco di sostanza e incisivo. Un Col Fondo che piace sempre" (Slow Wine 2021).
34.000 bottiglie prodotte.
Zago 2022 è un Prosecco, se possibile, persin migliore delle versioni precedenti: nessuna riduzione da rifermentazione in bottiglia, leggerezza, anice e arancino. In bocca ha tutta la trazione del miglior Valdobbiadene, gira benissimo e il sorso è appagante, fresco, ricco di gusto eppur slanciato. Solo 11% di alcol a chiudere una bottiglia che fa godere tantissimo, sia per la bevuta che per le idee che porta con sé.
Per noi è IL punto di riferimento sull'intera galassia di Valdobbiadene e del Prosecco e non da oggi: perché Christian Zanatta - supportato dalla sorella Marika che mette giudizio amministrativo nell'estro del fratello - è davvero un'avanguardia di cui si sentiva il bisogno. Sono bastati pochi anni per far capire quanto talento e determinazione ci siano nelle mani di questo ragazzo poco più che trentenne, enologo laureato ma con le radici ben piantate nella migliore tradizione delle colline venete in cui è nato.
"I clienti che da quarant’anni frequentavano l’azienda iniziavano a dire: “si è molto buono, ma mi sembra che manchi qualcosa”. Dopo qualche anno, assaggiando le annate vecchie, anche noi abbiamo capito cos’era quel qualcosa.
Già nel 2013 siamo ritornati a macerare la buccia, e i vini ottenuti nelle degustazioni alla cieca erano migliori degli altri ottenuti dalla sterile pressatura dell’uva intera.
L’annata 2016 è stata prodotta interamente lasciando il mosto a contatto con le bucce, per tre quatto a volte cinque giorni, senza muovere il cappello di vinaccia, cosi come aveva sempre fatto il nonno.
Abbiamo ricomperato un torchio di legno, a nostro avviso di impareggiabile delicatezza nell’estrazione del mosto dalla buccia. Siamo convinti che nell’uva ci sia tutto il necessario per produrre il vino."
Caparbiamente allevate con letame naturale, calce, zolfo di miniera e propoli d'api, le vigne allignano solo su suoli d'eccellenza, tra i 250 e i 300 metri di altitudine. Le zone: San Pietro di Barbozza, a sud su pendii sabbioso-argillosi, a nord su roccia bianca (dolomia); Colbertaldo di Vidor su conglomerato calcareo; Saccol (parte in Cartizze) su roccia arenaria; San Floriano su roccia rossa.
Contiene solfiti.
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Disponibile dal:
Valdobbiadene docg 2022 Frizzante a rifermentazione spontanea
"E' come sorseggiare un grand cru di Borgogna traslato nel mondo del Prosecco. Ci troviamo di fronte ad un vino pieno, ricco di sostanza e incisivo. Un Col Fondo che piace sempre" (Slow Wine 2021).
34.000 bottiglie prodotte.
Zago 2022 è un Prosecco, se possibile, persin migliore delle versioni precedenti: nessuna riduzione da rifermentazione in bottiglia, leggerezza, anice e arancino. In bocca ha tutta la trazione del miglior Valdobbiadene, gira benissimo e il sorso è appagante, fresco, ricco di gusto eppur slanciato. Solo 11% di alcol a chiudere una bottiglia che fa godere tantissimo, sia per la bevuta che per le idee che porta con sé.
Per noi è IL punto di riferimento sull'intera galassia di Valdobbiadene e del Prosecco e non da oggi: perché Christian Zanatta - supportato dalla sorella Marika che mette giudizio amministrativo nell'estro del fratello - è davvero un'avanguardia di cui si sentiva il bisogno. Sono bastati pochi anni per far capire quanto talento e determinazione ci siano nelle mani di questo ragazzo poco più che trentenne, enologo laureato ma con le radici ben piantate nella migliore tradizione delle colline venete in cui è nato.
"I clienti che da quarant’anni frequentavano l’azienda iniziavano a dire: “si è molto buono, ma mi sembra che manchi qualcosa”. Dopo qualche anno, assaggiando le annate vecchie, anche noi abbiamo capito cos’era quel qualcosa.
Già nel 2013 siamo ritornati a macerare la buccia, e i vini ottenuti nelle degustazioni alla cieca erano migliori degli altri ottenuti dalla sterile pressatura dell’uva intera.
L’annata 2016 è stata prodotta interamente lasciando il mosto a contatto con le bucce, per tre quatto a volte cinque giorni, senza muovere il cappello di vinaccia, cosi come aveva sempre fatto il nonno.
Abbiamo ricomperato un torchio di legno, a nostro avviso di impareggiabile delicatezza nell’estrazione del mosto dalla buccia. Siamo convinti che nell’uva ci sia tutto il necessario per produrre il vino."
Caparbiamente allevate con letame naturale, calce, zolfo di miniera e propoli d'api, le vigne allignano solo su suoli d'eccellenza, tra i 250 e i 300 metri di altitudine. Le zone: San Pietro di Barbozza, a sud su pendii sabbioso-argillosi, a nord su roccia bianca (dolomia); Colbertaldo di Vidor su conglomerato calcareo; Saccol (parte in Cartizze) su roccia arenaria; San Floriano su roccia rossa.
Contiene solfiti.
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