Che figata! Si parla di Doyouwine sul settimanale 7 del Corriere della Sera

Leggere Doyouwine su 7 del Corriere della Sera è fico e fa fico ma una premessa è necessaria, quando si parla di commercio online.

Ci sono mega negozi con decine e decine di dipendenti specializzatissimi nella propria mansione, con migliaia di referenze e opportunità di acquisto infinite che fanno un mestiere (il Tannico o Callmewine di turno, per intendersi), poi invece ci sono le botteghine di paese, che stanno in piedi con una persona e mezza* che fa tutto, dalla scelta dei prodotti al passaggio della scopa in magazzino passando per schede vini, newsletter, foto d'autore su Instagram e insulti ai clienti molesti.

Doyouwine è esattamente una piccolissima bottega con poco o nulla in comune coi grandi player se non la possibilità di acquisto a distanza mediante Internet. Più gli altri ampliano la gamma più la mia strategia è restringerla solo ed esclusivamente alle cose che mi interessano, o per dirla come un amico "In pratica beviamo quello che dici tu". ESATTO. 
A casa mia faccio come mi pare e per certi versi è il lavoro più bello del mondo. Compro il vino che mi piace, un po' lo vendo e un po' lo bevo ma soprattutto posso spedirti gioia senza che stai necessariamente tra i maroni: fico, no?

Intanto, ecco l'articolo.


Se vuoi un Prosecco sarà Zago, Miotto, Casa Coste Piane, Frozza o poco altro, se vuoi un Lambro sarà Bergianti o Bergianti o Stiolo by Bergianti o Falistra o poco altro, se vuoi un Taurasi sarà Perillo, se vuoi un sidro sarà Tre Rii o Bordelet, se vuoi un Barolo Chinato sarà Cappellano, se vuoi un Verdicchio sarà Staffa o Cavalieri o Ca'Liptra o Fattoria San Lorenzo o Pievalta o poco altro, se vuoi un Frappato sarà COS, se vuoi un amber carsolino sarà Gravner, se vuoi uno Schioppettino sarà Bressan o Vignai da Duline, se vuoi un Greco sarà Miniere, se vuoi un Trebbiano d'Abruzzo sarà Valentini, se vuoi una colomba sarà Tiri, se vuoi un pandoro sarà Biasetto, se vuoi un vino cotto sarà David Tiberi, se vuoi un Marsala sarà Vecchio Samperi anche se non c'è scritto Marsala, se vuoi un Valpolicella sarà Monte Dei Ragni o Monte Dall'Ora o poco altro, se vuoi un Chianti Classico sarà... e così via.

L'obiettivo della piccola bottega è che puoi letteralmente chiudere gli occhi, cliccare a casaccio e pescare bene anzi benissimo con ciascuno dei circa 200 vini. 
La libertà della piccola bottega è che puoi metterci dentro quello che ti pare per far bere quello che ti pare.

In futuro, più che "Doyouwine - Il vino a casa tua" il giusto copy sarà "Doyouwine - I vini di Alessandro", perché questo è:

Doyouwine - I vini di Alessandro

Che se li sceglie, se li paga, te li propone e se va bene te li vende, te li imballa (talvolta alla cazzodicane) e te li spedisce comodamente a casa, in questo momento in cui, purtroppo, comprare da casa è l'unico svago che possiamo concederci.

Non di rado, il vino ti arriva senza averlo pagato perché così a naso un 70% degli acquisti con bonifico li spedisco prima dell'accredito, trattandosi magari di persone conosciute (in un 30% dei casi il vino arriva anche a destinazione, prima dell'accredito: in ormai oltre 8 anni solo uno stronzo non ha saldato, prima di scomparire con le sue sei bottiglie di Barbera Cappellano, quindi la fiducia ha ancora pieno diritto di cittadinanza).

Tutto questo per dire grazie al giornalista Gabriele Principato della menzione, non dovevi ma ormai carta canta quindi hai fatto benissimo ????

* La mezza è il mio socio RW cioè Andrea De Giorgi sub specie Claudia Milanesio e altri che permettono ogni giorno di rispondere alle domande "Stiamo andando del culo?", "Abbiamo pagato tutti?", "Hanno pagato tutti?", cioè i punti che è necessario avere sempre sotto controllo per gestire un business anche piccolo come Dyw.