Qualcosa che è necessario sapere per ragionare insieme di prezzi del vino su Internet

Qualche anno di esperienza e molte bottiglie vendute (e comprate) dopo rendono sempre attuale una riflessione sul delicato problema dei prezzi del vino su Internet. Tema per me quotidiano perché calcolando il ricarico di un vino (che non è il guadagno: magari lo fosse!) sono costretto a controllare la concorrenza. E spesso mi incacchio di brutto quando vedo gente che lavora poco correttamente. Perché comprare a 10 e rivendere a 12 significa lavorare poco correttamente, deprezzare un valore di prodotto, far passare da ladri i competitors e - last but not least - non guadagnarci un cavolo (se non grazie a strani magheggi che ignoro).

Ha scritto qualcuno: “Il prodotto vino è perfetto per essere acquistato online: non presenta problemi di prova e acquista come nell’abbigliamento, riesce ad offrire prezzi spesso competitivi grazie anche in alcuni casi a gruppi di acquisto, l’etichetta parla da sé e non serve sapere altro. Su questo ultimo punto dovrebbe far la differenza l’enotecaro, ma: MA: quanti enotecari bravi ci sono?“. Il prodotto è quindi adatto ma un misto di sfiducia nel mezzo, poca predisposizione e store perfettibili è il rovescio rilevante della medaglia.

Avere un negozio online costa, all'incirca come averlo offline. Ci vogliono magazzino, piattaforma di e-commerce, qualcuno che faccia l’enotecaro virtuale (comprando e spiegando), qualcun altro con senso estetico, poi ci vuole il progettista del sito che faccia girare tutto a regime, chi sappia trafficare con html e WordPress… Per non aprire poi il capitolo del costo di acquisizione clienti, cioè promozione, comunicazione, bannerini in giro, sponsorizzazioni varie, adwords e compagnia cantante.

Insomma, le enoteche online ben fatte non cadono dal cielo. Poi ci sono un miliardo di calcoli da fare per trovare il ricarico giusto, decidere le spese di spedizione (incluse, escluse, gratuite oltre una certa spesa), valutare ordini minimi, prodotti da privilegiare, trovare il modo per comunicare senza impaurire né confondere ecc ecc ecc.

La faccio breve: il mestiere è arduo come tutti i generi di commercio ma aggravato dalla variabile I (Internet). In questa ottica, parlare solo di 12,30€ vs 10,80€ è ingeneroso. L’enoteca online ha dei vantaggi potenziali enormi: ti fa conoscere e scegliere bottiglie dall’iPad stando comodamente stravaccati sul divano, può rendere l’azione di acquisto piacevole senza spendere in benzina, tempo, parcheggi, e ti porta il vino direttamente a casa. Tutto l’insieme delle variabili rientra nella voce “servizio”. Personalmente, in qualsiasi settore, quando trovo serietà e la percepisco, la pago:  “ma se non puoi trovarlo in enoteca locale .. va bene a volte a pagare la comodità..suppongo”. Suppone bene la nostra amica Anna.

Noi qui cerchiamo di praticare prezzi giusti e rispettosi dei tre soggetti coinvolti nella compravendita: noi venditori, il fornitore-produttore, l'acquirente. Un prezzo che sia ragionevolmente vantaggioso per chi compra (e io sono diventato un compratore incallito, negli anni), giusto per chi vende e sta facendo impresa, rispettoso del produttore che - all'origine - ci tiene che venga garantito il segmento di mercato che ha scelto di occupare.

Spesso alcuni prezzi stonano terribilmente. Per quanto ci riguarda, segnalare storture ai diretti interessati è un dovere: starà poi a produttori e distributori decidere come comportarsi verso i furbetti. Avvertirli che le cose non vanno bene è un primo saggio passo, non fornirli più il secondo.

E vissero felici e contenti.

[Post liberamente ispirato a quanto scrivemmo sul tema qualche anno fa sul vecchio blog