Cascina Gilli | Cosa scrivere in un depliant aziendale?

5 commenti

Capita che qualche azienda del vino italiano, pian piano, inizi a padroneggiare con naturalezza i “nuovi” strumenti della comunicazione. E’ un dato di fatto che siti web, opuscoli aziendali, account Twitter e pagine Facebook siano solo alcune delle opportunità di farsi conoscere e comunicare con chi beve/compra/distribuisce i propri vini.

Proprio oggi ho intercettato su Facebook un caso curioso di produttore che riflette su se stesso cercando la strada migliore per rappresentarsi nello spazio. La suggestione arriva da Castelnuovo Don Bosco, “terra di santi e di vini” nell’Alto Astigiano.

Oggi concentratissimi a scrivere i testi per il nuovo depliant di Cascina Gilli. Come sempre..less is more. Ma voi in un depliant di un’azienda vinicola cosa ci vorreste leggere?? e cosa NON vorreste?

Questione per niente banale; rispondere alle domande di Chiara Martinotti – frontwoman aziendale e responsabile commerciale molto attiva anche su Twitter (@cascinagilli) mette l’autore di fronte al mestiere di raccontare se stessi e i propri vini, con parole comprensibili e veritiere, promozionali eppure il meno possibile markettare. Perché stilare depliant fotocopia è la regola, non l’eccezione. Va così. Di ritorno dal primo o secondo Vinitaly hai raccolto tanta di quella carta aziendale da riempire un armadio tra specifiche tecniche, foto in 3D, slogan da bar dello sport e note di degustazione. La banalità regna sovrana e gli sforzi dell’agenzia di comunicazione sono vani se non guidati da una voce aziendale forte e chiara.

Far emergere testualmente le specificità di luogo, vini, proprietà e storia aziendali non è un gioco da ragazzi. Coinvolge il nostro intimo, risorse interne, sensibilità, prospettiva, senso di appartenenza e orizzonti valoriali. Per qualcuno il senso ultimo è una vigna di fine Ottocento da curare come fosse una nonna testarda e gloriosa, per qualcun sono le cifre prima della virgola e dopo il più del conto in banca. Brutalizzo, ovviamente, ma il senso è chiaro.

Nel caso di Cascina Gilli, ad esempio, secondo me la cifra distintiva è un mix di quotidianità, immediatezza e convenienza. In Freisa d’Asti vivace, Luna di maggio, Vigna del Forno, Moye, Sernu e Malvasia di Castelnuovo don Bosco, il denominatore comune sono facilità di beva e vocazione gastronomica. Vini da bere più che degustare, da accompagnare a buon affettatto e salumi sul prato più che a piatti importanti e preparazioni complesse. Che poi l’aromaticità fragolosa della malvasia di Schierano vada a pennello con una buona pasticceria secca non lo inventiamo certo noi.

Adesso sono curioso di sapere come andrà a finire e aspetto i nuovi opuscoli. Volete i miei 2 cents? “Più Freisa per tutti” spacca. Forza Freisa!

[Immagine: Soavemente]

5 Responses to “Cascina Gilli | Cosa scrivere in un depliant aziendale?”

  1. Giacomo Pevere

    Leggo solo oggi. Il presupposto less is more mi sembra centratissimo e di solito non si sbaglia seguendolo. Purtroppo o per fortuna (nel mio caso per fortuna) anche la forma che assumono questi contenuti è importante tanto da essere spesso predominante (e questo è un purtroppo al 100%). Da grafico non riesco a non dare un certo peso a questa cosa, non è giusto mortificare i contenuti, soprattutto quando hanno un certo peso, con una presentazione triste. I miei 2 cents vanno per WLF!!! W la freisa evidentemente…

    Rispondi
  2. chiara

    Giacomo, di presentazioni tristi ne abbiamo viste un sacco. E anche di interminabili pagine di storie famigliari, amore per la terra, passione per la vigne etc. Tutto sacrosanto per carità, ma forse è arrivato il tempo di cambiare stile di comunicazione e tirare fuori i pochi concetti che realmente definiscono l’azienda. Questo non è facile, perchè richiede una grande consapevolezza da parte dell’azienda stessa sulla sua reale identità e vocazione.
    In tempi di iper comunicazione in cui tutti scrivono di tutto ovunque, credo che la sobrietà e la chiarezza debbano diventare degli imperativi.
    Così come la specializzazione e la credibilità.
    Da parte nostra c’è la scelta di concentrarsi su pochi prodotti (nel caso specifico Freisa e Malvasia) e che siano prodotti eccellenti.
    Il tempo in cui la libreria vende bibite, panini, gioielli, cartoleria, e poi magari qualche libro, e la azienda vinicola produce 30 tipologie diverse di vini e magari anche olio, biscottini, marmellate etc credo terminerà. E la comunicazione deve poter esprimere questa nuova direzione.
    Beh, almeno ci si prova….
    Forza freisa, of course;)

    Rispondi
    • Giacomo Pevere

      Non posso che condividere quello che dici, il mio commento voleva essere una aggiunta a ciò che Alessandro ha scritto senza voler negare una sola riga del suo post. Il concetto che volevo esprimere non era certo a favore di una banalità dei contenuti, anzi, e ciò che hai scritto mi sembra una ottima strada per evitare di esserlo (il modo peggiore è invece chiedere ad un’esterno di fare questo per te). Ciò che volevo sottolineare era solo che la forma grafica serve proprio a valorizzare questa non banalità e che merita la stessa cura che metti nel pensare i tuoi contenuti perchè se da un lato è capace di innalzarli dall’altro è anche capace di ucciderli.
      Buon lavoro ovviamente e WLF!

      Rispondi
  3. Francesca

    Grazie Ale per aver tirato fuori dal tuo cappello magico questo argomento. Sentire che finalmente si può parlare di redazione e copywriting mi fa sentire meno sola!
    Questo argomento, infatti, capita giusto a pennello tra i miei pensieri di questi giorni, o meglio, di questi ultimi anni. Da copywriter in RW Comunicazione, troppo spesso mi accorgo di quanto la redazione di testi e i contenuti aziendali siano relegati ad ultima ruota del carro nel processo di comunicazione. Generando banalità e noia, che spesso van di pari passo con spreco di energie, scarsa efficacia, occasioni perse e, non ultimo, soldi mal spesi!
    La mia è una battaglia che combatto insieme al team con cui lavoro, per cercare di tirar fuori il meglio da ogni business, servizio, azienda, prodotto…Come? Cercando di realizzare progetti di comunicazione in grado di creare armonia e significati tra grafica e contenuto.
    Non vedo l’ora di sentire discutere di questo tema oggi pomeriggio. Faccio il tifo per te, e a questo punto anche per la freisa!!

    Rispondi

Lascia un commento