Nuovi arrivi: Erbaluce di Caluso 2011 Le Chiusure di Camillo Favaro

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Sono stato nei paraggi di Caluso nell’ottobre 2011 prima dell’approdo al quartier generale di Doyouwine e ho riportato con me alcuni punti fermi: il ricordo della magnifica serra morenica d’Ivrea, la passione di un animatore territoriale prezioso come Domenico Tappero Merlo e qualche buon assaggio. Non troppi, a dire il vero, ma si sa che l’imprinting verdicchioso può segnare a vita. Non a caso, poi, l’enologo di una delle cantine di assoluto riferimento in zona, Orsolani, è proprio quel Sergio Paolucci il cui nome risuona di cantina in cantina tra i Castelli di Jesi. Sul lato Erbaluce di Caluso, quindi, a Doyouwine abbiamo iniziato timidamente coi vini di Roberto Ferrando che nel cuor ci sta (suoi i Carema più luminosi in circolazione, sebbene i contendenti siano 2, 3 al massimo includendo lo stesso Orsolani) ma il passo successivo lo avevo in testa da un po’.

Camillo Favaro, figlio di Benito (sindaco di Piverone), è un produttore emergente di rilievo, nonché organizzatore di eventi (la sua Artevino è parte attiva nell’organizzazione di Nebbiolo Prima) e autore di libri come Vini e terre di Borgogna, scritto a 4 mani con Giampaolo Gravina (anche detto “il filosofo del vino”). Le sue vigne sono rappresentate deliziosamente qui e mi sono pappato pochi giorni fa l’Erbaluce di Caluso 2011 Le Chiusure. L’altro, il 13 Mesi, fa un legno giusto e alla presentazione della guida ai vini dell’Espresso il leggero tono fumé ha fatto una porca figura che mi ha convinto immediatamente all’acquisto (e riassaggiato a casa si è dimostrato davvero uno dei vini bianchi piemontesi più buoni in circolazione).

Le Chiusure 2011, dicevamo: paglierino acceso, naso diretto di pera e scorza di limone che io ricollego molto alla tipologia, chiuso da un velo di banana essiccata che mi piace nonostante l’aroma sia tra i più inflazionati dell’universo. Vino che si lascia annusare ma soprattutto bere: ha un bell’attacco, presente, non molliccio, e uno sviluppo di ottima polpa. Il finale è saporito, equilibrato soprattutto, con rimandi che ricordano il naso. Bel vino, ne ho prese 3 bottiglie per consumo personale ma fossero state 6 avrei fatto meglio. In ventesimi gli avrei dato 16,5 perché lo trovo un ottimo vino bianco, non banale né scontato. Eccellenza dell’Espresso nella versione 2010, questo millesimo è probabilmente un pelo inferiore e paga un naso meno sfaccettato e uno sviluppo magari più rigido. Giuro di non aver copiato ma il giudizio sulla stessa guida per l’annata 2011 è proprio 16,5: “frutto dai toni tardivi, palato polposo, pieno, maturo, un po’ glicerico nello sviluppo e lento a uscire nel finale”. A me il finale è piaciuto più che a loro ma tant’è, son sfumature.

Su Doyouwine a 11,80 euro ben spesi.

 

 

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