Sol | Il passito di Ezio Cerruti è “naturale” a tutti gli effetti. Ecco perché

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Ezio Cerruti è una piccola formica operaia del vino piemontese. Produce un solo vino, un passito da moscato che solo nelle annate giuste esce anche in versione botritizzata. Dell’annata 2007 abbiamo infatti sia una che l’altra versione. Dai 7 ettari di proprietà, Ezio produce appena 6.000 bottiglie e vende sfusa buona parte delle uve. Questo vino è intenso e aromatico, moscato che più moscato non si può, denso, dolce, non stucchevole e insolitamente bevibile per la tipologia. Un piccolo vino coi superpoteri.

Quelle sopra sono le analisi chimiche dell’annata 2008 in affinamento prima dell’imbottigliamento. Freddi numeri che dicono qualcosa di sostanziale. Trattandosi di un vino dolce, i livelli di acidità e solforosa totale di questo vino sono a dir poco impressionanti. In pari categoria, la SO2 vola spesso oltre i 100 mg/l e 6,1 g/l di acidità totale garantiscono una freschezza che rinfresca il palato equilibrando quasi 15 gradi alcolici e 117 g di zucchero residuo. Qualsiasi enologo/enotecnico vi dirà che solo uno bravo bravo può fare un passito con zero aggiunte e questi valori. Io posso solo confermare che il vino è buono, anzi di più: è uno dei pochi passiti che bevi di gusto senza paura di mal di testa.

Marco Arturi, grande amico di Ezio, nebbiolista orgogliosamente enodissidente, ha scelto le parole di Jack Kerouac per raccontare il personaggio. In effetti, calzano a pennello: “Per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi d’ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali che esplodono tra le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno oh”.

 

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