Hugh Johnson e la dichiarazione di interessi definitiva delle persone perbene

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Di vino e conflitto d’interessi abbiamo già parlato perché informazione e commercio sono arti nobili ma non vanno confuse. Un amico ci segnala le 3 righe con cui Hugh Johnson, il wine writer più famoso del mondo, sistema la questione nel suo annuale Pocket Wine Book. Poche parole perentorie e definitive che derivano da un atteggiamento mentale a prova di bomba. Viva la trasparenza.

4 Responses to “Hugh Johnson e la dichiarazione di interessi definitiva delle persone perbene”

  1. Fabio Rizzari

    La foto della suddetta “dichiarazione di interesse” (sfocata perché ripresa primitivamente con un cellulare) te l’ho mandata io, perché conservo il vecchio volume da cui è tratta come memento malinconico. Malinconico per un mondo in media davvero serio – quello del giornalismo anglosassone – che permette una libertà di critica ben più elevata rispetto al suo corrispettivo nella nostra amata patria. E permette una tale libertà proprio perché esige in cambio dai professionisti un rigore e una trasparenza non così frequentemente rintracciabili nella critica italiota.

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    • Alessandro Morichetti

      Più rigore, trasparenza e libertà affondano le radici in un’etica che, come popolo, probabilmente non ci appartiene ancora. Pochi casi nobili sono l’eccezione che conferma la regola. L’assenza di un’editoria pura è un problema serio, da sempre e purtroppo. Nella critica italiota ti vengono in mente esempi tipo quello di Johnson e Morris?

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      • Fabio Rizzari

        Esempi di critici che hanno cointeressenze con il mercato dei vini e che lo dichiarano? Non a mia conoscenza.

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