I vini da sete di Roccheviberti (ma l’etichetta è bella oppure no?)

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Roccheviberti è una piccola azienda semi-sconosciuta di Castiglione Falletto. I 5 ettari di vigna sono divisi in due parti: la prima (2 ha, di cui 1 a dolcetto e 1 in reimpianto a nebbiolo) immersa nel magnifico Bricco Boschis, feudo storico dei Cavallotto, mentre la seconda sono 3 ettari a nebbiolo, anch’essi non diserbati da 10 anni e concimati con letame di mucca, nel cru Rocche, sempre a Castiglione.

Claudio Viberti ha fatto la Scuola Enologica, poi Lettere e solo in seguito ha deciso di investire nella cantina per lavorare le uve dei terreni che tutt’ora coltiva col padre. Prima vinificazione nel 2002, tanta buona volontà e un lavoro part-time che supporta la crescita aziendale. Per ora, 80% del vino va all’estero.

Il prodotto c’è. Eccettuata la Barbera, segnata dal legno oltre il mio gusto, gli altri 3 vini hanno un perché, eccome se ce l’hanno. Nell’attesa di riassaggiare con calma e in verticale i Barolo – in crescita evidente, dal fin troppo esotico 2004 alle ben più convincenti versioni 2006 e 2007 – ecco i due vini davvero centrati e godibili che abbiamo scelto per Doyuowine:

Dolcetto d’Alba 2010 Vigna Melera | Buona trasparenza violacea, olfatto preciso e pulito, ciliegia con virgola selvatica preziosa e non banale né dolce, bocca leggera, scorrevole gastronomica, finisce gradevolmente amaro. Un Dolcetto piacevole nella sua facilità, lo sviluppo è naturale senza imprecisioni e sovrastrutture, invita alla beva, è invitante come deve essere un dolcetto quotidiano.

Langhe Nebbiolo 2008 | Granato vivo, felicemente cupo con polpa dolce di fragole mature, viola e goudron, bocca scorrevole composta e reattiva, tannino sottilissimo e piacevole, anche qui all’insegna della bevibilità. Non ha il timbro dei nebbioli facili da micromacerazione ma l’espressione composta da vino pimpante con un finalino balsamico grintoso e gustoso. Da uve in Vigna Melera e da un piccolissimo appezzamento (Valletti, ovest pieno), affina 18 mesi in legno: 70% botte da 25hl, 30% tonneaux.

Azienda da tenere d’occhio. Sorprenderà. (Ma l’etichetta piace oppure no? Girano pareri molto discordanti).

PS: Questa bella immagine mappa i vigneti dell’azienda Cavallotto (dal cui sito è tratta) e una parte della proprietà Roccheviberti. Sulla destra si può osservare la Vigna San Giuseppe da cui proviene una sempre magnifica Riserva del Barolo Bricco Boschis di Cavallotto. Noi abbiamo il 2005.

3 Responses to “I vini da sete di Roccheviberti (ma l’etichetta è bella oppure no?)”

  1. Sir Panzy

    Vini da sete. Vero, ottimo rapporto bottiglie svouatate/gente felice!

    Etichetta bella, essenziale, pulita. Insomma, Gaja 😉

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