Il capitolo dei grandi vini che rendono dolce la vita si apre così: Frimaio, Rizzi

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Abbiamo già parlato del libello-quasi-guida Grandi vini di piccole cantine firmato da Federico Graziani e Marco Pozzali, con foto di Francesco Orini. 400 etichette italiane spalmate su 576 pagine divise in schede presentano qualche asperità ma insospettabili pregi per pubblicazioni simili: la necessità di fare scelte drastiche indicando un solo vino per cantina (con la semplice segnalazione “Alcuni vini degustati che segnaliamo” a pié di pagina) esclude molto e forse toglie punti di riferimento e un filo conduttore nella lettura ma permette di segnalare vini poco battuti ma significativi, spesso non il top di gamma aziendale ma qualcosa che è piaciuto particolarmente agli autori. Condividendo alcune delle scelte fatte mi trovo felicemente in sintonia con l’impianto generale.

Dopo il Barolo Serralunga di Ferdinando Principiano e il Carema dei Produttori Nebbiolo di Carema, oggi prendiamo spunto dal libro per il primo vino dolce di cui parliamo: il Frimaio di Rizzi è una vendemmia tardiva di moscato del 2006. Le etichette sono dipinte a mano, 5.000 le bottiglie prodotte e così ne parlai alla mia prima visita in azienda: “stupisce per eleganza della nota muffata, ottenuta solo in poche annate, e finezza del bagaglio tropicale di litchi, frutto della passione e arancio candito. Denso e non stucchevole, tutto ti aspetteresti tranne che bere uva moscato così ben elaborata (dal cru Manzola più 10 ettari a Neviglie)”.

Così ne parlano invece Graziani e Pozzali:
I vini ottenuti dall’appassimento dell’uva Moscato appartengono ideologicamente al Sud della Penisola, nei classici profumi di pietra focaia e sale che solo l’unicità di quel microcosmo può garantire. Da qualche anno anche il Piemonte sta riscoprendo l’uva aromatica raccolta a maturazione tardiva. Questa scelta comporta un’evaporazione dell’acqua biologica dell’uva e quindi una maggior concentrazione delle sostanze dolci e acide del mosto.
Una delle espressioni più appaganti del Moscato settentrionale che ci teniamo a presentare è il Frimaio, ottenuto da una raccolta tardiva delle uve aromatiche nel comune di Treiso. I profumi sono quelli dell’uva Moscato matura, associati a quelli di miele, mele cotte caramellate e spezie dolci. Al palato l’impatto è dolce e coinvolgente, fresco e femminile. Chiude con una bocca dolce-non dolce di fiori bianchi e camomilla. Agli amanti e collezionisti di etichette ricordiamo che quelle del Frimaio di Rizzi vengono tutte rivisitate al pennello in una moltitudine di colori e sfumature.
In abbinamento ideale con una crostata di mele rovesciata o con piccola pasticceria, oppure in accostamento a cremosi erborinati di capra.

Chiudo la fotografia di oggi con una riflessione sul ruolo di pubblicazioni come guide e affini. Ne consulto alcune, solo quelle che ritengo serie, e ne faccio un buon termine di paragone. Specialmente quando conosco chi ci sta dietro, è bello confrontarsi. Il Frimaio mi era piaciuto assai e infatti lo abbiamo scelto: scoprire che sia piaciuto anche ad altri qualificati mi conforta. Può succedere che Doyouwine scelga vini che piacciono solo a noi. NON può succedere che Dyw scelga vini che piacciono agli altri e non a noi.

 

 

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